Engineers Trilogy

 

 

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Il viaggio di ritorno alla Terra dalle profondità dello spazio da parte della Nave commerciale da cargo “Nostromo” è interrotto da un radiofaro, presumibilmente posto su un planetoide del sistema Z Reticuli, che manda da chissà quanto tempo un messaggio di SOS in attesa che qualcuno lo senta. L’equipaggio viene così svegliato e costretto dalla compagnia per cui lavorano Weyland-Yutani ad indagare sulla piccola luna da cui proviene il messaggio. Troveranno un’antica nave aliena, logorata dal tempo e dalle condizioni atmosferiche ostili, contenente centinaia di migliaia di uova. Dopo il contatto con una di esse, il gruppo preoccupato per la salute del loro compagno torna alla Nostromo e riprende il viaggio di ritorno alla Terra, che si prospetterà più movimentato del previsto. Qualcosa è salito a bordo, si muove tra i condotti di ventilazione e li sta decimando, c’è un ottavo passeggero a bordo.

Anno 1979, la mente visionaria del regista Ridley Scott, con l’aiuto del talentuoso artista svizzero Hans Ruedi Giger, crea il lungometraggio ALIEN. Il film è un successo al botteghino, coloro che hanno resistito alla visione senza alzarsi dalle poltrone inorriditi hanno comprato più volte il biglietto e nonostante l’età il film continua a far parlare di lui. Ciò nonostante i primi recensori non ne parlarono benissimo, lo stesso Ridley Scott non aveva previsto un tale successo, definendolo “un’intergalattica casa stregata genere thriller ambientato all’interno di un’astronave”. Sia per le atmosfere suggestive e la colonna sonora stregata di Jeyy Goldsmith, sia per i set riprodotti maniacalmente in un epoca dove la fantascienza era ancora agli albori e oltre a 2001: Odissea nello Spazio e Guerre Stellari si contavano pochissimi sci-fi degni di nota, sia per l’impeccabile design del mostro di Giger dall’aspetto putrefatto e dalle pratiche a sfondo sessuale,  in grado di risvegliare in noi paure primordiali ed istintive, sia per l’ascesa di talenti all’epoca poco noti come Sigourney Weaver e John Hurt, oggi ALIEN è al 33° posto della top 500 di Empire, vanta innumerevoli premi e riconoscimenti ed ha ricevuto 3 sequel (rispettivamente Aliens: Scontro Finale di J.Cameron, Alien3 di D.Fincher e Alien: La Clonazione di J.P.Jeunette) e 2 discutibili spin-off (AVP di P.Anderson e AVPR dei fratelli Strausse). Di recente Ridley Scott è tornato alla carica con il prequel al suo primo film: Prometheus, in cui si parlerà dell’enigmatico pilota fossilizzato all’inzio del film.

 


 

 

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30 anni prima degli eventi del Nostromo, l’archeologa Elizabeth Shaw assieme al suo compagno sta gestendo degli scavi in tutto il mondo alla ricerca di manufatti, incisioni o altre testimonianze degli Ingegneri, un’antica razza che i due credono ci abbiano dato la vita e che abbiano costantemente visitato le popolazioni della Terra per educarli, istruirli e donargli occasionalmente conoscenze matematiche e tecnologiche. Poi tutto d’un tratto, circa 2000 anni fa, i contatti si sono interrotti. Non ci visitarono più, lasciandoci soli al nostro destino. Dall’alto della sua ricchezza, un vecchio Peter Weyland è ormai prossimo alla morte, nemmeno la sua disponibilità economica e nel campo delle nanotecnologie può sottrarlo all’inevitabile, gli giunge all’orecchio la teoria della dott. Shaw e dei suoi dei organici. Si offre così di finanziare la sua ricerca, che conduce ad un sistema solare lontanissimo dal nostro:  Zeta Reticuli. Inizia così la spedizione della Prometheus alla ricerca dei nostri creatori, ma quel che troveranno trascenderà la nostra idea di divino e ci farà rivalutare la nostra posizione nell’ordine del cosmo. Forse non siamo “figli unici”. Forse non siamo i preferiti di papà.

Molto tempo dopo l’uscita al cinema di ALIEN, Ridley Scott torna ancora una volta ad espanderne la mitologia e riportandoci alle questioni rimaste in sospeso nel primo film: chi era il pilota fossilizzato? Cosa lo aveva ucciso? Dove stava portando quel carico mortale? Che legame ha con noi? La pre-produzione è burrascosa, tra cambi di programma per il budget e il rating, riscrittura del copione originale in seguito ad un deragliamento dei temi, spostandosi dallo xenomorfo ad un più ambizioso progetto ispirato alle teorie del paleocontatto e ponendo noi esseri umani ancora più al centro della questione. Vediamo anche il ritorno della mano di Giger negli interni della nave aliena e alcune sue idee per il design dei mostri.  Il progetto è stato definito da Scott un trampolino di lancio verso una nuova mitologia, castrando molte delle idee originali e probabilmente riutilizzandole gradualmente nei 2 pianificati sequel. Molti non hanno apprezzato la mossa, spaccando in due la comunità di fan ed il canone stesso della serie (creando due “realtà” nei film, a causa delle volontarie incongruenze per troncare i rapporti con la questionabile serie di AVP. I fan hanno così la versione “pura” composta attualmente da Prometheus, Prometheus 2, Alien, Aliens, Alien3 e Alien La Clonazione e la versione crossover composta da Alien, Aliens, Alien3, Alien La Clonazione, AvP, AvPR, Predator, Predator 2, Predators. Dal canto mio reputo essenziali solo Alien, Prometheus e il suo sequel, come si può intuire). Il film ha incassato nonostante ciò 4 volte il budget speso per realizzarlo, al momento solo uno dei due seguiti è confermato e con previsto rilascio per il 2016.

 


 

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Shaw e David 8 sono diretti verso il pianeta natale degli Ingegneri

 

 

 

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